ANDY WHAROL – BY GERALD BRUNEAU – TESTO CRITICO
Bruneau e il portacenere
Mostra personale delle foto 1978-1980 di Gerald Bruneau che riprendono Andy Wharol
Le foto di Bruneau che ritraggono Wharol girano di galleria in galleria, quindi di casa in casa, tra una cornice e un’altra. In uno stile che a volerlo chiamare personale è restrittivo. Le foto sono come se fossero un’immagine presa da un film, e l’artista/pittore per così dire le subisce e nello stesso tempo le incorpora, facendole proprie.
Da riesaminare l’episodio paradossale raccontato dallo stesso Bruneau, quando, litigando con Wharol, getta per terra un portacenere, e in quel momento l’artista e l’oggetto è come si combattessero tra di loro, ciascuno seguendo una propria linea, e nello stesso tempo si fondono in una sintesi superiore.
Anche le fotografie sono momenti nei quali l’artista lascia che l’uomo o la natura procedano per la loro strada con autonomia. Un’autonomia massima in un soggetto, una persona, che si sta muovendo in libertà. L’artista vigila, ma incorpora qualcosa che non è del tutto sua, ma è della natura. In questo caso dell’uomo che si sta muovendo.
Le fotografie, per così dire istantanee, sono un segno di questa dialettica, dove l’artista e la cosa stanno procedendo.
Scendiamo di un gradino e semplifichiamo.
Le fotografie di Wharol scattate da Bruneau sono fatte nel tempo, certamente “datate” ma nello stesso tempo sono paradossalmente senza età.
Certamente è un innovatore ma in realtà tanti altri artisti, anche del passato più lontano, hanno vissuto le stesse esperienze di Wharol e Bruneau a New York. Mettono a fuoco qualcosa che si riferisce ad ogni tempo tanto nell’arte quanto nella vita più quotidiana di tutti noi. Da sempre. Se ci facciamo caso anche noi nella nostra vita comune ci muoviamo in una realtà che combattiamo e con la quale scendiamo a patti.
La curatrice
Maria Giovanna Villari
12-3-2016