AA+ Arte Aumentata – testo critico

AA+ Arte Aumentata – L’umanesimo tecnologico si manifesta nel metaverso

In un’epoca in cui il confine tra reale e virtuale si dissolve, AA+ Arte Aumentata si impone come un manifesto contemporaneo: un viaggio sensoriale, filosofico e politico nell’intersezione tra arte e tecnologie emergenti. Il documentario, diretto da Salvatore Polizzi e prodotto dall’associazione culturale PensareFare in collaborazione con la galleria Le 4 Pareti di Napoli, esplora la fusione tra linguaggi espressivi tradizionali e strumenti digitali, presentando tre artisti visionari: Alessandro Marrone (AR), Greg Buttay (AI) e Sebastiano Deva (VR).

L’opera non si limita a documentare: riflette, interroga, destabilizza. La scelta di proiettare il documentario in anteprima all’interno del metaversoLa Quinta Via” – un’installazione immersiva ambientata in una Milano alimentata da batterie a gravità quantistica – è emblematica. Qui, il quartiere delle Cinque Vie si trasforma in uno spazio digitale ispirato al “Secretum” di Petrarca, diventando teatro di un serious game e metafora viva dell’incontro tra memoria umanistica e visioni post-umane.

L’immagine simbolo – una mano impressa nella pietra con davanti uno schermo codificato – è l’icona perfetta di questo tempo. La mano: memoria ancestrale, gesto artistico originario. Il codice: DNA digitale del presente. Il documentario si muove tra questi due poli, cercando nella tecnologia non un nemico dell’umano, ma un alleato per potenziarne la coscienza.

A fare da contrappunto alle opere degli artisti, le voci autorevoli dei professori Agostino Crosti (Politecnico di Milano) e Gianluca Giannini (Università Federico II di Napoli), che offrono uno sguardo critico sugli interrogativi etici e filosofici generati dall’uso dell’intelligenza artificiale nel processo creativo.

AA+ Arte Aumentata non è solo un documentario, ma un laboratorio di senso, un progetto che testimonia la transizione digitale degli organismi culturali e creativi, grazie al sostegno del bando TOCC e al lavoro instancabile della curatrice Maria Giovanna Villari.